Pieni


Ultimamente mi sono trovata spesso a pensare che la mia vita è fatta di pieni. Riempio le giornate all’inverosimile e alla fine mi sembra che tutto stia per implodere e invece poi tutto c’entra. C’è questa famiglia che amo, che per me va oltre tutto ed esiste in mezzo e intorno ai mille frammenti delle giornate. Poi c’è un lavoro che svolgo come se non mi pesasse, anche se invece pesa perché si investono pensieri, anima e polsi. Ma è l’unico che mi appassiona davvero, che mi fa sentire del tutto nel mio posto, a casa anche fuori. Così che pesa me ne scordo e mi ci butto dentro a testa bassa, a spalle forti, capace di reggere qualunque tipo di faccia e risposta e nota sul registro. Qualunque tipo di lacrima e genitore. Ci sono i libri da scrivere, quelli seri, di grammatica, con scadenze serrate, paginate di esercizi e soluzioni, illogicità irrisolvibili e frasi da scovare. Poi i libri quelli desiderati, cullati, a cui vorresti dedicare tempo e cura mentre invece lasci lì, da una parte, ad aspettare che tu riprenda in mano la penna. La musica cola su tutto, trovi il modo di infilarla ovunque, in ogni anfratto libero. Magari ti chiudi in un teatro per due giorni di fila oppure ordini una decina di dischi online, aspetti i pacchettini con ansia e quando li trovi giù, rientrata da scuola, li apri e te li rigiri fra le mani come se avessi sette anni e una bambola nuova. E tutte le musiche che ti martellano in testa, gli scrittori che ti vengono in mente per citarli il giorno dopo, qualche film e qualche posto che hai visto. Ficchi tutto dentro, lo schiacci bene bene sopra l’anno di formazione e i miliardi di tesine che devi consegnare. Ah, naturalmente poi questo posto rinnovato e un altro fatto apposta per i miei studenti e i nomignoli di tredicenni con tutte quelle stelline che mi sbucano da msn. Tutte le parole che scambio e scrivo per lettera, belle. I libri che vorrei leggere e compro, poi lascio lì, affinché la Nina li tiri sistematicamente giù, uno a uno, dagli scaffali. Prima delle sette sono in piedi e raramente dormo prima dell’una. A volte faccio fatica ad addormentarmi perché la testa è un frullino e sul cuscino rimbalzano persone, parole, progetti, bambini, dischi di Billie Holiday che ho prestato. Allo specchio mi guardo e mi vedo più stanca di quanto mi sia mai vista. Non sempre mi riconosco, scrutandomi in faccia. Eppure tutto questo ingombro di pieni sono io, questa densità di sensazioni e cose riempie la mia vita in modo totale, lasciandomi qui a pensare che quello che ho adesso non so se sia felicità. Però intanto me lo tengo stretto. Compresi quegli strappi che ogni tanto si aprono qua nel mezzo.

Pieniultima modifica: 2007-05-16T22:20:00+02:00da capecchi
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9 pensieri su “Pieni

  1. Credo anch’io che sia questa la vera felicità possibile. Anche perché l’alternativa sarebbero i miei pieni privi di senso e il vuoto sotteso ma angosciante, pestato e respinto giù nell’angolo più infimo dell’animo.

  2. Toh, Stefania: oggi ti sei proprio lanciata nel magico mondo del blog. Comunque anche te c’hai dei bei pieni, lascia fare. E non voglio aggiungere altro. Eh eh.

  3. Dai delle immagini belle della tua vita, viene fuori un calore intenso, lo stesso che traspare dagli arancioni di questo spazio rinnovato.
    PS la Nina mi sa che e’ la micia di casa, a me lo fa Fjodor che periodicamente per non ben decifrati motivi inizia a scaraventare meticolosamente i libri dalla libreria uno ad uno, facendomi riscoprire letture passate o libri ancora sigillati che avevo comprato tempo prima 🙂
    Ciao Gaia a presto
    Fabio

  4. Fermi tutti: urge chiarire equivoco. La Nina è il nomignolo della mia bimba. Lo preciso perchè se no s’offende. Anche se agisce esattamente come il gatto Fjodor. Ciao Quoyle. Grazie della visita.

  5. Grazie Momi, grazie Vale. Un piacere avervi qui. Un abbraccio particolare alla mia brava e bella bimba di ex III A.

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