E se domani

(Paolo Fresu e Uri Caine, da Things) Siccome aspetto musica nuova dal mio benedetto pusher di jazz, mi sembra giusto chiudere l’ascolto compulsivo di Fresu con questo: due minuti e diciannove secondi di meravigliosa sospensione dalle miserie quotidiane. Buonanotte.   

Manca

Devo dire altro? Dopo due giorni continuati passati all’Arena del Sole ad ascoltare Paolo Fresu in tutte le formazioni e musiche possibili, a tutte le ore del giorno e della notte, si resta abbastanza turbati. E poi dimezzati. E poi soli. Perchè ora manca, accidenti a lui. (Per rimediare alla mancanza, ne ho scritto qui) * Per chi l’avesse perso … Continua a leggere

Questi due

Dopo una fugace e inattesa apparizione di Ernest Hemingway, il senso di questa giornata umida e lunga sta tutto qui. Inciampare in questi due come per caso e stupirsi perché ci eravamo scordati di quanto insieme riescano a fare. Rava e Fresu, ascolto per pomeriggi grigi in cui le cose stanno per sformarsi nella nostalgia e poi non lo fanno. … Continua a leggere

E’ stato un sogno fortissimo

C’ero, ieri sera. Non c’è molto altro da aggiungere. (E invece poi sì, va bene, ne scrivo. Del resto si tratta pur sempre del Maestro.) Le vecchie signore ingioiellate coi capelli gonfi e striati si mischiavano ai ragazzi secchi e riccioluti con le sciarpette tristi intorno al collo e lo zainetto militare a tracolla. Le donne pappagallo dal viso biscottato … Continua a leggere

Giovani tromboni *

Ho deciso che devo per forza apprezzare il disco di uno che chiama a suonare quel ragazzo tutt’occhi neri di Gianluca Petrella. Perché lui suona il trombone in quel modo lì, perfetto, seppure sembri sempre salito sul palco all’ultimo momento. Anche i suoi giovani amici (Scannapieco, Giuliani, Lussu, Tucci e compagnia briscola) suonano e se suonano; ma per Petrella ho … Continua a leggere

Il crudele Brad, da Tokio

Ieri, l’estate. Adesso, ecco, finita. Una pioggia a fusciate violente e intermittenti  sciaborda quest’albero e il resto. Di cosa hai voglia? Di stare chiusa qui immobile per ore davanti al vetro. Hai malinconie smosse dall’acqua? Sì, certo. Allora sai cosa devi fare?  Prendi l’ultimo disco di Brad e ascoltalo. Lui suona il piano da solo; a Tokio. Che chissà   come … Continua a leggere

Una barba che graffia

Da oggi, improvvisa, questa voglia di Fossati. Percorro i soliti novanta e qualcosa chilometri di treno per tornare a Bologna e guardo fuori. Il fuori mi inchioda, sempre. Guardare di là da non m’annoia mai. I viaggi in treno non mi annoiano. Stare seduti accanto a qualcuno che guida e buttarsi in campi case strade macchine finestre notti, a me, … Continua a leggere