Risucchio

Che strano. Nei momenti di stanchezza o difficoltà o dolcezza, io ascolto i Doctor 3. Quando li sento mi dà sempre, sempre, l’impressione di entrare a casa. Infatti ieri ho cercato subito I will come la suonano loro; e adesso che mi si chiudono gli occhi e vorrei solo dormire un sonno semplice e lungo mentre son qui a scrivere … Continua a leggere

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Comprensibile

Nell’agenda ho già un ritratto, nell’astuccio una gommina e nella testa una descrizione di me che ho finto non mi commovesse, perché lei me l’ha letta di fronte a tutta la classe, incespicando, lenta, con fatica e grande affetto per questa professoressa dalle belle scarpe e dalle mille collane, che “va sempre incontro agli alunni e li farà diventare grandi … Continua a leggere

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Pronta

Mi asciugo i capelli al sole, annaffio le piante, guardo giù e giù c’è Bologna. Prima l’autostazione, poi gli alberi della Montagnola, là i palazzi di via Indipendenza, dietro i colli e infine le nuvole, bianche. Penso che questo terrazzo è bellissimo e mi mancherà. Nel complesso ci passo davvero troppo poco tempo e mi riprometto di passarcene di più, al … Continua a leggere

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Tenerezza lunare

Ma ora cos’è questa tenerezza che mi piglia? Sarà l’alba che incede. Sarà Bill Carrothers. Sarà il pensiero del piccolo Maniscalco alla batteria, domani. Sarà che il furore, a me, quanto dura: dieci minuti, un’ora, due? Sia come sia, un languore mi sciaguatta – insolito per questi giorni. Incline al perdono di me stessa e dell’umanità tutta (quasi tutta), mi … Continua a leggere

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Muoia sotto un tram più o meno tutto il mondo

Non è che uno deve sempre stare a spiegare tutto. E’ che a me stasera, jazz, non jazz, spazzole, ance o tasti bianconeri, mi dipinge invece questa canzone qui. L’ho sentita e mi ci sono, semplicemente, riconosciuta. L’attimo di adesso – non di ieri o di domani. Adesso, ora: eccovelo spiattellato in faccia. [Irene Grandi, Bruci la città]  

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L’estate intorno

Appena arriva l’estate, io non farei che uscire, la sera. Non lo so, sarà il ricordo di tutte quei giri notturni in motorino quando avevo diciott’anni, che mi sono rimasti attaccati addosso e più che un ricordo sono una pelle. Oppure saranno tutte le volte che io e la Simona abbiamo preso la macchina, finestrini aperti e capelli svolazzanti, e … Continua a leggere

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Quale tipo di faccia

Cambio l’umore come la luce fuori. Mentre con la Stefania guardavo il film ripiegata in un divano diverso ma vicino, ho infatti pensato sette o ottomila cose differenti l’una dall’altra. Poi il film è finito, la Nina ha rifiutato la fetta al latte e io sono andata a scegliere i vestiti per stasera: la seconda cena di classe; il secondo … Continua a leggere

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I miei quattordici anni

(per Alex, lei sa perchè) Io me li ricordo bene i miei quattordici anni. La fine della terza media. Com’ero io e com’erano le mie amiche e di cosa si parlava e cosa si voleva. Io volevo andare al liceo classico e bruciare il violino, ad esempio. Ricordo tutto. Anzi, sinceramente la Simona che si volta indietro verso di me, … Continua a leggere

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Troppo forte

Questa città è violenta. Me ne accorgo quando esco, che vengo investita dal sole in piena faccia e da strisce d’autobus sbuffanti e gente che corre da qualche parte con espressioni che non distinguo. Tutto corre e gira troppo forte, non c’è nessun angolo dove mi possa mettere, dove io possa andare, dove possa, infine, respirare. Rumori estranei mi percuotono. … Continua a leggere

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